Piano Nuove Competenze: arriva un nuovo piano del PNRR che prevede novità importanti per la formazione aziendale dei dipendenti. Rimodulati gli orari di lavoro in favore di attività formative.
La formazione aziendale rappresenta una esperienza che arricchisce e che fortifica le risorse di qualsiasi realtà lavorativa. E’ proprio nella consapevolezza dell’importanza della formazione, che il Governo ha deciso di metterla in primo piano, fornendo alle aziende la possibilità di ridistribuire le ore di lavoro per lasciare campo alla formazione.
Piano nuove competenze: l’ascesa ha inizio dalla formazione aziendale
Il PNRR si articola su tre fronti, tutti volti alla formazione, i tre strumenti principali sono:
- il programma GOL, che si rivolge a disoccupati e punta al loro inserimento nel mondo del lavoro
- il Sistema duale, per i giovani tra i 15 ed i 25 anni;
- il Fondo nuove competenze, che è quello oggi in esame
Con il Fondo Nuove Competenze, le aziende prendono accordi sindacali di rimodulazione delle ore di lavoro in favore della formazione.
I destinatari dei tre programmi, sono dunque:
- disoccupati percettori di NASPI e di DIS-COLL;
- percettori di ADI;
- giovani NEET (meno di 30 anni), donne svantaggiate, persone con disabilità;
- disoccupati di lunga durata
- lavoratori autonomi che hanno cessato l’attività
- precari
- tutti i lavoratori occupati che conservano lo stato di disoccupazione perché il loro reddito non supera la soglia
Gli obiettivi del Piano Nuove Competenze
Il piano ha dunque l’obiettivo di formare la forza lavoro, con obiettivi di crescita ed innovazione. Un obiettivo molto importante è quello di personalizzare gli interventi: ciascun piano deve infatti essere elaborato in modo personalizzato, così come i percorsi e le competenze da apprendere devono essere proporzionate e distinte in base all’età, al livello di competenze, e a tutte le esigenze del lavoratore.
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In merito alla personalizzazione dell’offerta, deve trattarsi di offerte basate appunto sul potenziamento delle:
- competenze tecnico professionali già esistenti del soggetto, sulla base della sua esperienza professionale e sui suoi profili di occupabilità;
- competenze funzionali e di base, con particolare attenzione alla formazione digitale e multilinguistica;
- soft skills, ovvero di quelle competenze aggiuntive a corollario e completamento della figura professionale individuale, che qualificano un dipendente.
Inoltre, deve trattarsi di apprendere delle skill che siano “spendibili” sui mercati del lavoro: significa che le nozioni apprese in formazione devono avere una utilità finalizzata ad incrementare le opportunità di raggiungere obiettivi e una condizione occupazionale soddisfacente, garantendo avanzamenti di carriera e contemporaneamente un arricchimento da parte dell’impresa. Ma non solo. Nel piano sono compresi anche obiettivi di:
- coinvolgimento diretto delle imprese, che devono pianificare gli interventi formativi sulla base dei fabbisogni
- qualità delle offerte formative: i corsi di formazione devono essere regolamentati e consolidati. Deve trattarsi cioè di corsi operati da enti accreditati
- sperimentazione e innovazione: i PNC devono anche includere corsi innovativi o sperimentali, volti ad imprimere un cambiamento e una evoluzione in meglio delle realtà aziendali.