Storie SFL: Adele, 57enne, lasciata sola dalle istituzioni per “mancanza di fondi”, e una situazione familiare e psicologica drammatica.
Storie SFL: un dramma dopo l’altro
Ci scrive Adele (ndr, nome di fantasia): La mia storia inizia il 17 dicembre 2019. Lavoravo come sostituta nelle portinerie, ma proprio in quel periodo la mia famiglia è stata travolta da un dolore immenso: mia sorella è morta a causa di una grave malattia. I medici le avevano dato solo tre mesi di vita, e io ho deciso di trascorrere ogni momento possibile con lei in ospedale. È stato un periodo devastante, e la sua perdita mi ha lasciato un vuoto enorme”
La morte della sorella ha un forte impatto emotivo su Adele, che non fa nemmeno in tempo a vedere la luce intorno al tunnel per vederla spegnersi nuovamente: “Non ho nemmeno avuto il tempo di riprendermi, perché poco dopo è arrivata la pandemia di Covid-19, con la chiusura totale e l’isolamento. La mia depressione è peggiorata moltissimo. A restrizioni sono terminate, un altro colpo mi ha travolta: il 15 marzo 2022 sono stata sfrattata e mi sono ritrovata senza una casa. Per fortuna, qualcuno mi ha ospitata fuori casa, ma la situazione era comunque molto difficile”.
Così Adele vive di espedienti, cerca in ogni modo di “sopravvivere” in questa drammatica situazione. Ma oltre al crollo psicologico, arriva anche quello fisico: “mi è stato diagnosticato un tumore. Sono stata operata, ma durante i controlli successivi i medici hanno notato qualcosa di anomalo, e ho dovuto subire un secondo intervento. Era troppo per me: senza una casa, senza lavoro e con la salute compromessa, la depressione è diventata insostenibile. A 57 anni, mi sentivo abbandonata dal mondo”
Sussidi rigettati per mancanza di fondi
Così la donna si rivolge agli assistenti sociali: l’unica via d’uscita, ma poi l’amara scoperta: “Non ce la facevo più, né mentalmente né fisicamente, così ho deciso di rivolgermi agli assistenti sociali per chiedere aiuto. Speravo di ottenere almeno un piccolo appartamento, anche un monolocale, per poter ricominciare. Ma la risposta è stata negativa.”
Al diniego di un alloggio statale, Adele tenta la via del sussidio: “Ho allora richiesto un sussidio temporaneo per avere un minimo di supporto economico mentre cercavo di rimettermi in piedi, ma anche qui mi è stato detto che non c’erano fondi disponibili”.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Gli errori degli assistenti sociali
Non si ben comprende perché, gli assistenti sociali negano ad Adele SFL, e la indirizzano poi verso ADI (riservato solo a chi ha dai 60 anni in su, a persone con figli, e a disabili, e Adele non è nessuna delle 3).
Così, mal consigliata dagli operatori a cui si era rivolta, giustamente vede la sua domanda respinta. “A quel punto ho capito che nessuno mi avrebbe aiutata. Tuttavia, l’assistente sociale mi ha suggerito di rivolgermi a una psicologa, dato che vedeva che stavo molto male.”
“Ho accettato, e così ho iniziato un percorso con una psicologa e uno psichiatra. Quest’ultimo mi ha prescritto antidepressivi e sonniferi, perché riuscivo a dormire solo due ore a notte. La psicologa, invece, è stata una svolta per me: il suo supporto mi ha aiutato davvero a ritrovare un po’ di serenità. Ho terminato il ciclo di incontri con lei, e oggi riesco a dormire meglio senza sonniferi e ho anche dimezzato gli antidepressivi. Se sono ancora in piedi lo devo a loro due”
Uno Stato che ci ha abbandonati
Se dal punto di vista psicologico Adele sta meglio, lo stesso non si può dire da quello economico: “Non ho un aiuto concreto, e trovo enormi difficoltà a trovare lavoro a causa della mia età. Mi sento ancora abbandonata, ma cerco di andare avanti, un giorno alla volta.”