A seguito delle numerose notizie di aggressioni ai docenti, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato l’introduzione di multe severe, fino a 10mila euro, per chi aggredisce docenti, dirigenti scolastici o personale della scuola. Questa misura, che dovrebbe essere approvata nei prossimi giorni, punta a contrastare il crescente fenomeno delle aggressioni al personale scolastico in Italia, un problema che preoccupa profondamente non solo le istituzioni, ma anche l’opinione pubblica.
Quali sono le nuove sanzioni per le aggressioni ai docenti?
Secondo quanto dichiarato dal ministro Valditara e ora formalizzato dalla legge 150 del 1 Ottobre 2024, le sanzioni previste per chi aggredisce un insegnante o un dirigente scolastico si aggireranno tra i 500 e i 10mila euro, a seconda della gravità del reato. Questa multa è stata introdotta come forma di riparazione pecuniaria a favore della scuola di appartenenza della persona offesa, un elemento innovativo che mira a sostenere economicamente le istituzioni scolastiche vittime di aggressioni.
L’articolo 3 della legge stabilisce infatti che, con la sentenza di condanna, il giudice ordinerà il pagamento di una somma compresa tra 500 e 10.000 euro, che andrà direttamente alla scuola dove si è verificato l’episodio. Questo provvedimento non si limita a compensare il danno, ma intende anche responsabilizzare gli studenti, poiché la sospensione condizionale della pena sarà subordinata al pagamento effettivo della sanzione.
Estensione delle tutele a tutto il personale scolastico
Un altro elemento chiave della legge è che la tutela non si limita solo ai docenti e ai dirigenti scolastici, ma si estende a tutto il personale della scuola, incluso il personale ATA (amministrativo, tecnico e ausiliario). Qualsiasi membro dello staff scolastico, dunque, sarà protetto dalla legge e potrà beneficiare delle sanzioni in caso di aggressione.
I criteri per stabilire l’entità della multa
L’importo della sanzione pecuniaria è determinato in base ai criteri fissati dal Decreto Legislativo 15 gennaio 2016, n. 7, art. 5, che includono:
- la gravità della violazione;
- la reiterazione dell’illecito;
- l’arricchimento del soggetto responsabile;
- l’opera svolta dall’agente per eliminare o attenuare le conseguenze dell’illecito;
- la personalità e le condizioni economiche dell’agente.
Questi fattori consentiranno al giudice di graduare la multa in modo equo, garantendo che la sanzione sia proporzionata all’offesa e che abbia un effetto deterrente concreto.
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Altre misure a sostegno del personale scolastico
Oltre alla questione delle sanzioni, il ministro Valditara ha annunciato un pacchetto di interventi volti a tutelare il personale scolastico, tra cui:
- difesa legale dell’Avvocatura dello Stato;
- proroga dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
Inoltre, un ritorno al voto di condotta fornirà agli insegnanti strumenti disciplinari concreti per gestire il comportamento degli studenti.
Un aiuto concreto per le scuole
Il provvedimento, oltre a sanzionare chi commette reati di aggressione, fornisce un aiuto economico concreto alla scuola stessa. Il denaro raccolto con le multe sarà destinato direttamente alla scuola colpita, contribuendo a migliorare le sue risorse e a sostenere i progetti educativi. Questa scelta sottolinea l’importanza di restituire alla comunità scolastica una parte del danno subito, permettendo alle scuole di investire nelle proprie strutture e nel miglioramento della qualità dell’insegnamento.
Riforma delle pene per aggressione e oltraggio
Oltre alle multe, la Legge Sasso (n. 4 del 25 marzo) prevede un aumento delle pene per reati di aggressione e oltraggio contro il personale scolastico. La pena per aggressione passa da 5 a 7 anni e mezzo, mentre quella per oltraggio aumenta da 3 a 4 anni e mezzo. Questo ulteriore inasprimento dimostra l’impegno del legislatore a creare un ambiente scolastico più sicuro e rispettoso per tutti.
In sintesi, l’introduzione di queste sanzioni non rappresenta solo una misura punitiva, ma anche un meccanismo di supporto diretto alle scuole, rinforzando la loro capacità di resistere agli atti di violenza e garantendo un ambiente più protetto per il personale e gli studenti.
Mattarella: “Affrontare il nodo degli stipendi e del disagio giovanile”
Durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2024-2025 al Convitto Nazionale di Cagliari, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato l’importanza di affrontare il disagio giovanile, definendolo una “grande e urgente questione nazionale”. Mattarella ha ribadito che il problema non può essere risolto esclusivamente con misure securitarie, ma richiede un intervento a tutto campo, che comprenda sia aspetti educativi che sociali. In particolare, il Presidente ha menzionato la questione degli stipendi degli insegnanti, considerata cruciale per migliorare la qualità della scuola italiana.
Le altre misure annunciate dal ministro Valditara
Oltre alla questione delle sanzioni per le aggressioni ai docenti, Valditara ha annunciato altre misure del MIUR mirate a rendere la scuola più inclusiva e attenta alle esigenze dei suoi studenti. Tra queste spicca un programma di potenziamento dell’insegnamento della lingua italiana destinato ai ragazzi stranieri di prima generazione, che attualmente registrano tassi di dispersione scolastica molto elevati. Secondo i dati forniti dal ministro, oltre il 30% dei ragazzi stranieri di prima generazione abbandona la scuola prima del termine del percorso scolastico, e in terza media il 20% di questi studenti presenta un significativo gap formativo rispetto ai coetanei italiani.
Valditara ha sottolineato che queste disparità non possono più essere accettate in un sistema scolastico che mira a essere inclusivo. Per ridurre tali differenze, il governo ha deciso di intervenire con misure mirate, volte a garantire un migliore inserimento scolastico e a prevenire l’abbandono precoce. La povertà educativa ha un impatto diretto sul mercato del lavoro, rendendo l’Italia poco competitiva a causa della mancanza di figure professionali formate su mansioni fortemente ricercate.
La necessità di misure di welfare per il personale scolastico
Oltre a quanto già menzionato, il ministro ha parlato di nuove iniziative di welfare per il personale scolastico. Tra le proposte ci sono agevolazioni economiche che comprendono sconti su:
- treni;
- aerei;
- mutui bancari;
- prestiti;
- prodotti forniti da Coldiretti.
L’obiettivo è quello di migliorare il benessere dei lavoratori della scuola, offrendo loro vantaggi concreti e favorendo un ambiente di lavoro più sereno e motivante.
L’annuncio di multe severe per le aggressioni ai docenti rappresenta un passo importante per proteggere il personale scolastico e ripristinare il rispetto nelle scuole italiane. Allo stesso tempo, le parole del Presidente Mattarella richiamano l’attenzione su problemi strutturali più ampi, come il disagio giovanile e la necessità di migliorare le condizioni economiche degli insegnanti. Le nuove misure, se ben implementate, potrebbero segnare l’inizio di una trasformazione del sistema educativo, rendendolo più sicuro, inclusivo e attento alle reali necessità della società.
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