Assegno di inclusione 2024: a breve, il Reddito di cittadinanza verrà sostituito dall’Assegno di inclusione. In questa piccola guida, passeremo in rassegna tutti gli aspetti riguardanti il nuovo sussidio, per cercare di dare risposta alle vostre domande.
Assegno di inclusione 2024: i requisiti
Per poter accedere all’assegno di inclusione, è necessario trovarsi nella condizione di non occupabilità.
I non occupabili sono persone:
- over 60
- con minorenni nel nucleo familiare
- con disabili nel nucleo familiare
Chi rientra in queste categorie, può percepire l’assegno di inclusione, ma deve essere in possesso di ulteriori requisiti patrimoniali e non.
Assegno di inclusione: l’ISEE e patrimonio
Per poter accedere all’assegno di inclusione, come abbiamo già detto nella nostra precedente guida, è necessario avere un ISEE non superiore a 9360 euro annui.
Il patrimonio mobiliare non deve superare i 6000 euro, mentre quello immobiliare va incontro alle due seguenti limitazioni:
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- la prima casa non deve avere un valore di mercato superiore a 150mila euro
- il patrimonio immobiliare nel suo complesso (ed esclusa la prima casa) non può superare i 30mila euro.
Per scoprire più dettagli sul rapporto tra Assegno unico e patrimonio immobiliare, clicca qui
Assegno di inclusione e lavoro
Quanto allo svolgimento di una attività lavorativa, per percepire l’assegno di inclusione non bisogna essere necessariamente senza un lavoro. E’ infatti implicito che dal momento che il limite ISEE è fissato a 9360 euro, nulla vieta che possiamo svolgere un part-time o qualsiasi altro tipo di lavoro, a patto di rimanere nei limiti imposti.
Discorso diverso vale invece quando il percettore esce dal mondo del lavoro. Analizziamo attentamente cosa succede nel prossimo paragrafo.
Assegno di inclusione e stato lavorativo
Nel caso in cui una persona si ritrovi ad essere licenziata, il licenziamento non preclude ovviamente la possibilità di poter percepire l’assegno di inclusione.
Il problema si presenta, invece, nel caso in cui il percettore rassegni le sue dimissioni volontarie per motivi diversi dalla giusta causa.
Le dimissioni sono ritenute per giusta causa ogni qualvolta il lavoratore si licenzi per:
- mobbing,
- molestie,
- mancata retribuzione
- maltrattamenti
- mancato rispetto delle norme sulla sicurezza
- In generale, si parla di qualsiasi caso in cui il rapporto lavorativo non sia proseguibile per motivi che vanno al di fuori della volontà del lavoratore.
A dircelo è l’art 6 del decreto su ADI: “Non ha diritto all’Assegno di inclusione il nucleo familiare in cui un componente, con gli obblighi indicati all’articolo 6, comma 4, risulta disoccupato a seguito di dimissioni volontarie, nei dodici mesi successivi alla data delle dimissioni, fatte salve le dimissioni per giusta causa nonche’ la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro intervenuta nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604.”
Assegno di inclusione e veicoli: i limiti sulla cilindrata
Per poter percepire l’ADI, vi sono dei limiti anche in merito alla cilindrata dell’auto. I veicoli posseduti dal nucleo familiare infatti non possono:
- superare i 1600 cc se autoveicoli
- superare i 200 cc se motoveicoli
Inoltre, non devono essere stati immatricolati nei 36 mesi antecedenti la richiesta di ADI.
Assegno di inclusione e disabilità
L’assegno di inclusione si rivolge anche a quei nuclei con persone affette da disabilità. I gradi di disabilità che danno diritto ad ADI sono 3:
- disabilità media è quella condizione in cui sono compromesse alcune funzioni ma non in tal modo da compromettere in maniera determinante la vita quotidiana.
- disabilità grave è una condizione più complessa rispetto a quella media, dove molte delle funzioni sono compromesse ma non al punto da rendere il soggetti non autosufficiente.
- disabilità gravissima è quella condizione in cui, infine, il soggetto si trova in stato di non autosufficienza.
Per scoprire di più sulla disabilità e l’assegno di inclusione, clicca qui.
Assegno di inclusione e nucleo familiare
Quanto al nucleo famigliare, ricordiamo che per famiglia anagrafica si intende l’insieme di persone risultanti dallo stato di famiglia che abbiano “un vincolo affettivo, di tutela, di parentela, matrimoniale o adozione e conviventi nella stessa dimora”.
Scopri qui ulteriori informazioni sul rapporto tra ADI e nucleo famigliare.