Patente per i cantieri, al via la misura
È ufficialmente operativa, dal 1°ottobre 2024, la nuova patente a crediti per i cantieri, anche definita “Sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi tramite crediti”. Secondo il regolamento attuativo pubblicato dall’Ispettorato nazionale del lavoro, la patente a punti coinvolgerà 832mila aziende, e in particolare tutte “le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili ad esclusione di coloro che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale”. Inoltre, dovranno possedere la patente anche i lavoratori autonomi che operano “fisicamente” nei cantieri, ma sono esclusi “i soggetti che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale” (come ingegneri, architetti e geometri).
Lo scopo della misura è di migliorare lo stato della sicurezza nei cantieri, riducendo infortuni e morti sul lavoro. Ma esistono già alcuni intoppi. Al momento le 800-900 mila imprese coinvolte devono inviare un’autocertificazione tramite la quale assicurano (senza controlli esterni) di avere i requisiti necessari, ma l’obbligo vero e proprio di fare la domanda per la patente scadrà soltanto il 31 ottobre. Fino ad allora, dunque, si potrà lavorare in una sorta di vuoto legislativo temporaneo. Poi scatterà il riconoscimento dei 30 punti iniziali, che a partire da gennaio potranno salire fino a 100, in base a criteri come l’anzianità di iscrizione alla Camera di commercio o gli investimenti in tema di sicurezza.
Come funziona e come fare domanda
Come indicato nel Regolamento, per ottenere la patente in formato digitale le imprese dovranno fare domanda attraverso il portale dell’Ispettorato, dimostrando ovviamente di essere in possesso dei requisiti richiesti. In fase di prima applicazione, poi, cioè fino al 31 ottobre, tutte le imprese e i lavoratori autonomi che operano già in cantieri attivi dovranno presentare un’autocertificazione o dichiarazione sostitutiva che avrà carattere temporaneo. E l’invio dell’autocertificazione dovrà avvenire esclusivamente tramite PEC all’indirizzo dichiarazionepatente@pec.ispettorato.gov.it.
Per quanto riguarda il funzionamento effettivo, i punti della patente potranno essere decurtati in seguito a controlli che attestino violazioni, irregolarità o infortuni sul lavoro. Nel caso di inabilità permanente per un lavoratore, ad esempio, verranno decurtati 15 punti, e 20 in caso di morte. E se l’impresa scenderà sotto la soglia dei 15 crediti complessivi, non potrà più operare in cantieri pubblici e privati (salvo completare i lavori se questi superano il 30% del valore del contratto).
È inoltre prevista la sospensione della patente a crediti nel caso in cui si verifichino infortuni “da cui deriva la morte o l’inabilità permanente di uno o più lavoratori imputabile al datore di lavoro…almeno a titolo di colpa grave”. È possibile, tuttavia, ottenere il recupero dei crediti decurtati a determinate condizioni.
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Il recupero dei crediti e le sanzioni
In questo nuovo sistema di patenti per i cantieri, i crediti eventualmente persi potranno essere reintegrati nel tempo, in seguito alla frequenza di corsi di formazione da parte del titolare dell’azienda. In particolare, ogni singolo corso consentirà di riacquistare cinque crediti, ma è bene notare che i crediti riacquistati non potranno superare complessivamente i 15 punti. Per cui le imprese non virtuose, alla lunga, riporteranno ‘danni permanenti’ sul punteggio delle loro patenti. E si spera che questo sia un deterrente sufficiente a far rigare dritto datori e lavoratori.
In ogni caso, per le imprese recidive sono comunque previste pesanti sanzioni economiche. Un’eventuale attività in cantiere da parte di imprese (o lavoratori autonomi) privi della patente – oppure in possesso di una patente con meno di 15 crediti complessivi – comporta una sanzione amministrativa dai 6.000 ai 12.000 euro, oltre all’esclusione dalla partecipazione ai lavori pubblici (di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36) per un periodo di 6 mesi.
Le polemiche sulla patente per i cantieri
Come anticipato, l’introduzione della patente a crediti ha già scatenato una ridda di polemiche e proteste. Secondo Alessandro Genovesi, segretario della Fillea Cgil, quello inaugurato dal Governo sarebbe uno strumento “utile solo in parte”, con “molte ombre e qualche luce”, dal momento che “la dotazione di punti è troppo alta e c’è la possibilità di recuperarli con molta facilità. Siamo poi al paradosso che si dà la patente a prescindere e poi forse si perdono crediti”.
Molto critica anche la posizione del presidente di Cna Costruzioni, Enzo Ponzio. “Il problema”, dice, “è che le sanzioni ci saranno in caso di infortunio o controlli, che sono pochi. L’impresa regolare continuerà a esserlo, quelle più border line hanno la possibilità di sfuggire”. Insomma, si tratterebbe di una misura “retorica e dannosa”, come sottolinea Bruno Giordano, magistrato di Cassazione ed ex direttore dell’Ispettorato nazionale. In quanto “servirebbero almeno 10 anni all’Ispettorato per controllare tutte le 800mila richieste, mentre la colpa grave prevista per la sospensione non è definita dal codice penale. Inoltre, tra i requisiti richiesti non c’è nulla su appalti e subappalti, il problema principale per la sicurezza nei cantieri edili”.
La patente per i cantieri, dicono in sostanza i critici, è più uno specchietto per le allodole che altro. Il sistema dei crediti può funzionare solo se lo Stato è in grado di effettuare controlli a tappeto. E al momento questo non è il caso. Inoltre, la possibilità di recuperare crediti facilmente, grazie a corsi di formazione, rende il sistema facilmente manipolabile. Difficile dire se questa novità porterà allora a un miglioramento reale nello stato di sicurezza dei cantieri. La cosa più probabile è che tutto rimanga così com’è.