L’INPS ha recentemente pubblicato la Circolare n. 78/2024, che fornisce importanti chiarimenti riguardanti le novità introdotte dalla legge n. 213/2023 (Legge di Bilancio 2024). Questo documento illustra come cambieranno le regole per le pensioni anticipate per i dipendenti degli enti locali e del settore sanità a partire dal 2024.
Pensioni anticipate: doppio giro di vite a partire dal 2024
A partire da quest’anno, per chi decide di andare in pensione anticipata rispetto all’età di vecchiaia (67 anni), è prevista una riduzione dell’assegno pensionistico. Inoltre, a partire dal 2025, la finestra mobile per l’accesso alla pensione anticipata si allungherà progressivamente, passando dagli attuali 3 mesi fino a raggiungere gli 8 mesi di attesa nel 2028.
Una delle novità più rilevanti riguarda il meccanismo di calcolo dell’assegno pensionistico per il personale iscritto alle casse:
- CPDEL;
- CPI;
- CPS;
- CPUG.
Le novità riguardano i contribuenti che decidono di andare in pensione dal 1 Gennaio 2024 con un’anzianità contributiva inferiore a 15 anni al 31 dicembre 1995. La legge n. 213/2023 prevede la sostituzione dei vecchi coefficienti di rendimento con nuovi coefficienti, riducendo significativamente le aliquote di rendimento del sistema retributivo. Le nuove tabelle abbassano il rendimento al 2,5% della retribuzione pensionabile per ogni anno di anzianità posseduta al 31 dicembre 1995.
Le nuove aliquote devono essere coordinate con quanto previsto dall’articolo 17, comma 1 della legge n. 724/1994, che aveva ridotto al 2% il rendimento delle anzianità successive al 31 dicembre 1994. Di conseguenza, il rendimento sarà del:
- 2,5% per le anzianità sino al 31 dicembre 1994;
- 2% per le annualità acquisite dal 1995.
Quali sono le eccezioni alle riduzioni delle pensioni anticipate
Anziché optare per una soluzione estrema, quale lo stop alle pensioni anticipate, il Governo ha deciso di applicare una riduzione delle aliquote che riguarda esclusivamente il personale iscritto alle casse sopra menzionate che matura i requisiti per la pensione a partire dal 1° gennaio 2024. Tuttavia, non interessa chi ha maturato i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2023 o chi è costretto a cessare dal servizio per raggiungimento dei limiti di età.
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Inoltre, il taglio non si applica nei seguenti casi:
- pensione anticipata se i requisiti sono stati raggiunti entro il 31 dicembre 2023;
- personale posto in pensione d’ufficio all’età di 65 anni o per raggiungimento della massima anzianità contributiva
- pensione di vecchiaia (67 anni) e per lavori gravosi (66 anni e 7 mesi)
- pensione “Quota 100” e “Quota 103”
- pensione di anzianità per lavori usuranti se i requisiti sono stati raggiunti entro il 31 dicembre 2023
- pensione indiretta e pensione di inabilità riconosciuta per qualsiasi titolo
- accesso all’ape sociale, all’assegno straordinario di solidarietà e all’isopensione (queste ultime due, se finalizzate alla pensione anticipata, saranno calcolate con le nuove aliquote ridotte).
Il sistema a doppio calcolo e gli oneri di riscatto
Per garantire che le nuove norme non comportino un trattamento pensionistico peggiore rispetto al passato, è previsto un doppio calcolo della pensione: uno con le nuove aliquote e uno con le previgenti. Sarà posto in pagamento l’importo più basso.
Per il personale sanitario, la riduzione della pensione derivante dalle nuove aliquote può essere temperata ritardando di tre anni l’accesso alla pensione anticipata, evitando così l’abbattimento della rendita.
I nuovi coefficienti di rendita si applicano anche per determinare gli oneri di riscatto relativi alle domande presentate dal 1° gennaio 2024, rendendo più costoso il riscatto delle annualità fino al 31 dicembre 1995 con il sistema tradizionale.
Aumento della finestra mobile
Infine, l’INPS ricorda che per il personale iscritto alle casse CPDEL, CPI, CPS e CPUG, l’attesa per l’accesso alla pensione anticipata aumenterà progressivamente dai 3 mesi attuali a 9 mesi per i requisiti maturati dal 2028 in poi.
Questi cambiamenti segnano un importante giro di vite sulle pensioni anticipate, imponendo nuove condizioni e restrizioni per chi desidera lasciare il mondo del lavoro prima dell’età di vecchiaia.