La pace contributiva offre la possibilità ai contribuenti di riscattare fino a cinque anni di contributi mancanti. Questa misura, reintrodotta dall’INPS per il biennio 2024-2025, è destinata ai cosiddetti “contributivi puri”, ossia coloro che non hanno versato contributi prima del 1° gennaio 1996. Grazie alla pace contributiva, i lavoratori possono colmare lacune contributive, incrementando così gli anni di contributi utili al calcolo della pensione e all’acquisizione del diritto alla stessa, senza fare ricorso alla pensione anticipata.
Cos’è la pace contributiva e come funziona
La pace contributiva permette ai lavoratori di riscattare periodi non coperti da contribuzione per un massimo di cinque anni, anche se non continuativi, purché situati tra il 31 dicembre 1995 e il 1° gennaio 2024. Questa misura è pensata per coloro che hanno avuto interruzioni nella carriera lavorativa e vogliono integrare tali periodi per migliorare la propria posizione previdenziale. È importante notare che i periodi riscattabili devono essere compresi tra due fasi lavorative, evitando così di coprire periodi antecedenti al primo impiego.
A differenza della precedente misura sperimentale del triennio 2019-2021, per le domande presentate tra il 2024 e il 2025 non è prevista la detrazione del 50% della spesa sostenuta, ma il contributo versato sarà fiscalmente deducibile dal reddito complessivo. Questa differenza normativa rende il riscatto meno vantaggioso rispetto al passato, ma comunque utile per chi vuole incrementare i propri anni di contribuzione.
Beneficiari e modalità di pagamento
La pace contributiva è accessibile a tutti i contribuenti iscritti a:
- Assicurazione Generale Obbligatoria (AGO);
- forme sostitutive ed esclusive;
- gestioni speciali dei lavoratori autonomi, artigiani e commercianti;
- iscritti alla Gestione Separata.
La domanda può essere presentata non solo dagli assicurati, ma anche dai loro superstiti o parenti fino al secondo grado. Per i lavoratori del settore privato, anche il datore di lavoro può inoltrare la richiesta.
Il versamento dell’onere da riscatto può avvenire in un’unica soluzione o in modalità rateizzata, fino a un massimo di 120 rate mensili, con importi non inferiori a 30 euro per rata e senza applicazione di interessi. Questa flessibilità nei pagamenti rende la pace contributiva accessibile anche a chi ha maggiori difficoltà finanziarie, permettendo di dilazionare il costo nel tempo.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Come presentare la domanda all’INPS
Per richiedere la pace contributiva, è necessario presentare la domanda in modalità telematica entro il 31 dicembre 2025. Ecco i passaggi da seguire:
- accedere al sito dell’INPS;
- effettuare l’accesso all’area privata utilizzando SPID, Carta Nazionale dei Servizi o Carta d’identità elettronica 3.0. Per i residenti all’estero senza documento di riconoscimento italiano, è possibile utilizzare un PIN dispositivo rilasciato dall’INPS;
- navigare alla sezione “Pensione e Previdenza”.
- Selezionare “Ricongiunzioni e riscatti”;
- accedere al “Portale dei servizi per la gestione della posizione assicurativa”;
- selezionare “Riscatti” e seguire le istruzioni per completare la domanda.
Seguendo questi semplici step, è possibile richiedere il riscatto dei periodi contributivi mancanti e beneficiare della pace contributiva, un’opportunità preziosa per migliorare la propria posizione previdenziale e garantirsi una pensione più elevata in futuro.