La scuola parentale, conosciuta anche come homeschooling, rappresenta una modalità educativa in cui i genitori scelgono di educare i propri figli a casa, piuttosto che iscriverli a una scuola pubblica o privata. Un metodo sempre più in crescita tra le mura domestiche del Bel Paese, grazie soprattutto alla flessibilità e alla personalizzazione del metodo di studio, che va incontro alle esigenze dei piccoli allievi.
Questo metodo permette, inoltre, ai genitori di adattare l’insegnamento al ritmo di apprendimento del bambino, dedicando più tempo agli argomenti che suscitano maggiore interesse e approfondendo quelli che risultano più difficili da memorizzare. La scuola tradizionale, con le sue classi numerose e curriculi standardizzati a cui gli insegnanti devono far fronte, può non essere in grado di soddisfare le esigenze di ogni studente, soprattutto per quelli che hanno bisogni educativi speciali.
Ma perché scegliere l’istruzione parentale come metodo educativo per i propri figli? Quali norme regolano la scuola parentale agli standard scolastici italiani? Andiamo a scoprirne pregi e difetti.
Perché scegliere la scuola parentale?
La decisione di intraprendere la strada della scuola parentale è spesso motivata da diversi fattori, in base alle esigenze dei piccoli allievi:
- Bisogni educativi specifici: ogni bambino è unico e apprende a un ritmo diverso. Non sempre è possibile avere un insegnante di sostegno o trovare un organico sufficientemente preparato alla specifica esigenza degli alunni BES.
- Flessibilità e personalizzazione: l’istruzione parentale offre una flessibilità che le scuole tradizionali non possono eguagliare. Le famiglie possono scegliere orari e giorni di studio che meglio si adattano alle loro esigenze. Questa flessibilità può essere particolarmente utile per famiglie che viaggiano spesso o che hanno impegni particolari.
- Motivazioni ideologiche o religiose: alcuni genitori optano per la scuola parentale per trasmettere valori culturali, morali o religiosi specifici che ritengono importanti per il loro contesto sociale.
Come funziona la scuola parentale in Italia?
In Italia, la scuola parentale è regolata da specifiche normative che ne garantiscono la legalità e la qualità, chiarite anche dal Ministero dell’Istruzione e del Merito:
- Articolo 30 della Costituzione Italiana: stabilisce che è diritto e dovere dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli.
- Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n.297: richiede che i genitori dimostrino capacità tecniche ed economiche per provvedere all’istruzione dei figli.
- Legge 27 dicembre 2006, n.296: stabilisce l’obbligo scolastico fino ai 16 anni.
Procedura per avviare la scuola parentale
Per avviare la scuola parentale, i genitori devono seguire una procedura specifica per far si che il percorso di studi sia allineato con gli standard italiani di istruzione e rispetti l’obbligo di istruzione. Ecco l’iter in breve:
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- Dichiarazione di intenti: ogni anno, i genitori devono comunicare alla scuola pubblica di competenza la loro intenzione di avvalersi dell’istruzione parentale.
- Progetto educativo: è necessario presentare un progetto educativo dettagliato, che delinei gli obiettivi formativi e i metodi d’insegnamento.
- Esami di idoneità: gli studenti devono sostenere esami annuali presso una scuola pubblica per verificare il raggiungimento degli obiettivi formativi previsti dal curriculum nazionale. Questi aiutano a mantenere gli standard educativi e a monitorare i progressi degli studenti.
Vantaggi e svantaggi della scuola parentale
Ma indaghiamo nel dettaglio su vantaggi e svantaggi che questo metodo di apprendimento può avere su rendimento e istruzione dei giovani allievi.
Ricapitolando, i vantaggi che possiamo evidenziare sicuramente sono i seguenti:
- Personalizzazione dell’istruzione: la possibilità di adattare il programma di studio alle esigenze del bambino è il vantaggio più grande. Ogni studente può progredire al proprio ritmo, approfondendo gli argomenti che suscitano maggiore interesse.
- Ambiente familiare e sicuro: l’apprendimento avviene in un ambiente conosciuto e sicuro, riducendo possibili situazioni di stress o bullismo.
- Flessibilità: la gestione autonoma degli orari e dei giorni di lezione permette di conciliare meglio gli impegni familiari e lavorativi.
Se da un lato, abbiamo vantaggi molto importanti soprattutto in situazioni familiari delicate o con necessità di metodi educativi dedicati, dall’altro ci sono alcuni svantaggi da non sottovalutare:
- Responsabilità e impegno: la scuola parentale richiede un notevole impegno da parte dei genitori, che devono dedicare tempo e risorse per garantire un’educazione completa e di qualità, seguendo gli standard dell’obbligo di istruzione italiano.
- Socializzazione limitata: tra le pecche più grandi, i bambini educati a casa possono avere meno opportunità di interagire con i loro coetanei, sebbene molti genitori organizzino attività di gruppo per compensare a questa mancanza.
- Esigenze professionali: i genitori potrebbero dover rinunciare o ridurre le proprie attività lavorative per supportare l’educazione dei figli.
Quali risorse sono disponibili per i genitori che scelgono la scuola parentale?
Esistono numerose risorse online da cui attingere per non farsi trovare impreparati in questo cammino formativo delicato, tra cui programmi didattici, materiali educativi e comunità di supporto.
Organizzazioni come l’Associazione Istruzione Famigliare (LAIF) offrono consulenza e supporto ai genitori. La scuola parentale rappresenta una valida alternativa all’istruzione tradizionale per molte famiglie italiane. Pur richiedendo un impegno significativo da parte dei genitori, offre numerosi vantaggi, come la personalizzazione dell’apprendimento e la flessibilità. È essenziale che i genitori siano ben informati sulle normative e sugli obblighi da rispettare per garantire un percorso educativo efficace e legale.