Superbonus: uno dei bonus più controversi e discussi del 2023 fa ancora parlare di sé. Ed è forse anche per questo che Fratelli d’Italia ha appena ritirato l’emendamento per concedere altri due mesi a chi ha realizzato almeno il 71% dei lavori.
Dopo la scoperta del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Treviso, in effetti, pare che la decisione sia infatti stata dovuta, come riporta il Fatto Quotidiano, “alla luce delle perplessità arrivate dal ministero dell’Economia, in attesa della verifica che verrà fatta nella riunione tecnico-politica in programma martedì”
Superbonus e la scoperta choc del nucleo di Treviso: evasi 18 milioni di euro
Redditi legati al Superbonus e risalenti al 2021, che ammontano a oltre 18 milioni di euro, da parte di una società in liquidazione facente parte di un consorzio della Destra Piave: questa solo la punta dell’iceberg di una serie di accertamenti che hanno già portato al sequestro di crediti d’imposta per circa 32 milioni, oltre a denaro e immobili per oltre 2 milioni.
Ora, il titolare e due amministratori sono starti denunciato alla Procura della Repubblica per dichiarazioni infedeli.
La società e i redditi evasi
Nel 2021 la società aveva ricevuto somme derivanti da “monetizzazione” di crediti fiscali per lavori edili legati al Superbonus 110%, presso Poste Italiane e una serie di altri istituti bancari.
Lavori mai realizzati, però, e che portavano quindi a ingenti quantità di denaro. Denaro con in quale sono state pagate parcelle d professionisti coinvolti a titolo di “consulenza”, e con il quale è stata pagata anche un’altra impresa con sede a Roma, interpellata per l’intermediazione finanziaria con altri intermediari finanziari interessati all’acquisto dei crediti in questione.
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