Bonus acqua potabile: come richiederlo e in cosa consiste? Tra i vari bonus per la casa, il bonus acqua potabile è indubbiamente un incentivo molto utile.
I bonus per l’acqua potabile rappresentano i vantaggi derivanti dall’uso intelligente dell’acqua e dalla riduzione del consumo di contenitori di plastica. A tal fine è previsto un credito d’imposta pari al 50% del costo di acquisto e installazione dei seguenti diversi impianti, vediamo quali e come funziona il bonus.
Bonus erogatori acqua: per quali erogatori è valido il bonus acqua potabile?
Il bonus è valido per:
- filtraggio
- mineralizzazione
- raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare.
L’importo massimo si spesa per usufruire dei benefici è fissato in € 1.000 per immobile per le persone fisiche, 5.000 euro per immobile adibito ad attività commerciale o istituzionale, applicabile ai soggetti che esercitano attività commerciale, artistica e professionale nonché agli enti non commerciali.
Tale importo della spesa ammissibile deve essere comunicato all’Agenzia delle Entrate tramite il servizio web tra il 1° febbraio e il 28 febbraio dell’anno in cui viene sostenuta la spesa.
Come detrarre le spese per il bonus acqua potabile?
ll bonus può essere compensato tramite F24 oppure, nel caso di persone fisiche non esercenti attività commerciale o di lavoro autonomo, nella dichiarazione dei redditi (modello 730/2024) con la causale “bonus acqua potabile” e l’indicazione dell’anno di spesa e degli eventuali anni successivi sino al completo utilizzo del bonus. Sul modello 730 va indicato nell’area G credito d’imposta
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I bonus acqua potabile per il 2023 dovranno essere contrassegnati con il codice “10” nel RIGO G15 come specificato nelle istruzioni del modulo.
Documenti bonus acqua potabile
La Circolare 15/2023 chiarisce che i contribuenti devono essere in possesso dei seguenti documenti, al fine di avvalersi del bonus:
- Fattura o documento commerciale di cui al decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 7 dicembre 2016, contenente il codice fiscale del soggetto che richiede il credito;
- Comunicazione e relativa accettazione inviata all’agenzia delle entrate, in conformità alla normativa del 16 giugno 2021. La lettera viene inviata all’ufficio delle imposte insieme alla relativa ricevuta di accettazione.
Per i soggetti che non sono tenuti all’emissione di fatture elettroniche, le fatture o i documenti commerciali emessi devono contenere il codice fiscale del soggetto che richiede il credito per essere considerate valide.
Qualora i costi siano sostenuti tramite pagamenti bancari o postali o tramite altri sistemi di pagamento “tracciabili”, potrebbero essere previsti relativi crediti d’imposta.
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