Avevamo già parlato della sospensione del Reddito di cittadinanza, e avevamo già fatto un cenno alla revoca. Oggi ne parleremo più nel dettaglio, esaminandone i motivi e come fare per evitarla.
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Revoca Rdc: decadenza per superamento soglia ISEE
Di tutte le problematiche che possono colpire il Reddito di cittadinanza e impedirne la percezione, la revoca è indubbiamente la più grave. Essa infatti è una condizione irreversibile, oltre che retroattiva. Per “retroattiva” si intende che ha efficacia anche per il passato: il beneficiario RdC potrebbe essere addirittura costretto a restituire le somme non dovute antecedenti alla revoca, oltre a non percepire più ovviamente le ricariche successive.
Come detto, la revoca si verifica quando vi è un “indebito“. Essa si verifica a seguito della decadenza: il cittadino, cioè, “decade” dal suo diritto di percepire il Reddito di cittadinanza, a causa della perdita dei requisiti economici necessari per accedere al sussidio.
I motivi che portano alla decadenza sono:
- un valore Isee superiore a 9360 euro,
- reddito familiare superiore ai limiti previsti dal decreto legge n. 4/2019, (calcolato sulla base del numero dei componenti familiari);
- un valore mobiliare superiore a 6000 euro
- un patrimonio immobiliare che supera i limiti massimi di 30.000 euro (esclusa la prima casa).
Quando vengono a mancare questi requisiti, il reddito di cittadinanza va incontro a revoca.
Esempio: ho fatto domanda per RdC quando rispondevo ai requisiti, ma ad un certo punto ho trovato un altro lavoro che mi ha fatto superare il tetto massimo di ISEE: il reddito mi verrà revocato, e se nel frattempo avrò percepito indebitamente il Reddito di cittadinanza, dovrò anche restituire le somme che non mi spettavano.
Un altro caso di decadenza: modello ISEE non aggiornato
Un altro caso di decadenza (e conseguente revoca) si verifica quando non si aggiorna il modello ISEE entro due mesi, ogni volta che si verifichi una variazione dei componenti del nucleo familiare.
E’ la stessa circolare INPS n. 43 del 20 Marzo 2019, che ci indica come: “Ai sensi dell’articolo 3, comma 12, del decreto-legge n. 4/2019, in caso di variazione del nucleo familiare rispetto a quanto dichiarato ai fini ISEE, i nuclei stessi sono tenuti a presentare una DSU aggiornata, entro due mesi dalla variazione, pena la decadenza dal beneficio”.
E ancora: “Nelle sole ipotesi di variazione del nucleo diverse da nascita o decesso di un componente è necessario presentare una nuova domanda di Rdc/Pdc, affinché il nucleo modificato (o ciascun nucleo formatosi a seguito della variazione) possa continuare a beneficiare della prestazione. In tale caso, la durata residua del beneficio si applica (sottraendo ai 18 mesi il numero di mensilità già erogate) al nucleo modificato ovvero a ciascun nucleo formatosi a seguito della variazione.”
Esempio: un componente della famiglia muore. In questo caso, il nucleo è tenuto a presentare solo la DSU aggiornata.
Viceversa, se un componente della famiglia (ad es. un figlio) cambia abitazione e va a vivere altrove, sarà necessario presentare anche una nuova domanda, dopo aver aggiornato l’ISEE.
Quindi, riassumendo, quando cambia il nucleo familiare per motivazioni diverse dalla nascita o dal decesso di un componente, sarà necessario seguire due passaggi:
- aggiornare il modello Isee con il nuovo stato di famiglia;
- presentare nuova domanda Rdc e Pdc.
Revoca RdC: altri motivi di decadenza
Si decade dal beneficio, inoltre, ogni qualvolta:
- il percettore non sottoscrive la DID
- non viene sottoscritto il patto per il lavoro o il patto per l’inclusione sociale;
- non si prende parte ai corsi di formazione o riqualificazione previsti;
- il fruitore non si reca ai progetti di inclusione sociale organizzati dai comuni;
- nessuna delle due offerte congrue di lavoro viene accettata; (una e non due se si è già al primo rinnovo RdC);
- il cittadino fa dichiarazioni false per ottenere un beneficio maggiore;
- il beneficiario svolge altre attività di lavoro dipendente, autonomo o d’impresa senza averne dato comunicazioni.
Puoi verificare lo stato della tua situazione RdC con RDC app, semplicemente loggandoti con le tue credenziali SPID.
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In alternativa, puoi accedere alla tua area riservata sul sito INPS, cliccando su “stato del reddito di cittadinanza”. In questo modo, potrai conoscere lo stato della tua situazione e, se revocato il sussidio, potrai conoscerne i motivi.
Revoca RdC: come riattivarlo (e rimedi per evitarlo)
Abbiamo detto che la revoca è una condizione irreversibile, soprattutto nei casi in cui la decadenza si sia verificata per il venir meno dei requisiti economici necessari al sussidio.
Ma cosa fare invece nel caso di mancato aggiornamento dell’ISEE per cause diverse dalla morte o nascita? In questo caso, come detto poc’anzi, sarà necessario presentare un’ISEE aggiornato ed una nuova domanda.
Se vogliamo evitare la revoca per mancato rinnovo della situazione ISEE (quello da effettuare a seguito di evento diverso dalla nascita o morte di un componente familiare), dobbiamo agire come nel seguente esempio.
Esempio: se in un nucleo familiare percettore di RDC due persone che convivono decidono di separarsi, siamo di fronte (ovviamente) a una ipotesi diversa dalla morte o dalla nascita. Sarà dunque necessario:
- presentare un nuovo ISEE;
- aspettare che la vecchia domanda decada;
- presentarne una nuova.
Al di fuori di queste ipotesi, si parla non già di reddito revocato ma di reddito sospeso, per il quale è necessario seguire una procedura differente, che potete leggere qui.