Come già introdotto nell’articolo sul nuovo decreto legge, il governo ha introdotto alcune novità per la questione RDC, in attesa di eliminare il sussidio nel 2024 per sostituirlo con altre misure contro la povertà. Vediamo nello specifico quali sono queste modifiche e come continuare ad usufruire di questo beneficio.
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Reddito di cittadinanza 2023: Gli affitti
Con le novità proposte dalla legge di Bilancio, nel 2023 la componente dell’assegno mensile del reddito di cittadinanza destinata agli affitti (che può raggiungere un massimo di 3.360 euro annui) dovrà essere erogata direttamente agli affittuari. Gli stessi percettori dovranno comunicare all’Inps i dati del locatore ai fini dell’accredito diretto. Per rendere operativa questa misura, entro il 2 marzo 2023 il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dopo aver sentito il parere del Garante della privacy, dovrà approvare un apposito decreto, in cui verranno comunicate le varie modalità e tempistiche.
Reddito di cittadinanza 2023: Il taglio per gli occupabili e gli obblighi di formazione
Confermata la riduzione del reddito di cittadinanza fino ai sette mesi per i beneficiari che hanno tra i 18 e i 59 anni di età. Fino a oggi il sussidio poteva essere ricevuto per 18 mesi, con una pausa di un mese prima di ripresentare domanda. Si parla di tutti i percettori “occupabili”, ossia che possono cercare e trovare un lavoro, e che nei sette mesi dovranno seguire un corso di formazione o di riqualificazione professionale, pena la perdita dell’assegno. Come chiarisce un dossier del Parlamento, in base alle regole attuali, questi percettori devono dare l’immediata disponibilità al lavoro e presentarsi alle convocazioni dei centri per l’impiego. In base alle stime, i beneficiari coinvolti dalla riduzione saranno circa 404 mila.
Reddito di cittadinanza 2023: 12 mensilità
Confermata aa durata massima di 12 mesi, solo per i nuclei familiari:
- con minori
- con persone disabili (come definite dal DPCM del 5 dicembre 2013, n. 159)
- con persone di età superiore ai 60 anni.
Reddito di cittadinanza 2023: Scuola di cittadinanza
Tra i requisiti per non perdere il reddito di cittadinanza c’è quello previsto per i giovani tra i 18 e i 29 anni che non hanno completato la scuola: essi avranno l’obbligo di iscriversi ad un percorso formativo finalizzato al conseguimento dell’obbiettivo minimo di legge per la scolarizzazione, il cosiddetto obbligo scolastico. Le regioni sono tenute a trasmettere all’Anpal gli elenchi dei soggetti che non rispettano l’obbligo di frequenza.
Reddito di cittadinanza 2023: La questione della ‘congruità‘
In base alle regole attuali, perde il reddito di cittadinanza chi, nei primi 18 mesi, non accetta la seconda offerta congrua di lavoro, o non accetta la prima offerta dopo il rinnovo del sussidio. L’aggettivo “congruo” si riferisce diversi fattori: dal livello della paga ai tempi di trasporto. Con la legge di Bilancio per il 2023, basterà non accettare già la prima offerta di lavoro per vedersi togliere il sussidio. Durante l’esame alla Camera, Maurizio Lupi elimina la parola congrua dal testo della norma: sparisce il riferimento alla congruità intesa come coerenza di offerte d’impiego in base alle competenze oltre che alla distanza tra lavoro e domicilio (entro 80km) e tempi percorribili (entro i 100 minuti con i mezzi pubblici).
Reddito di cittadinanza 2023: I redditi da lavoro
Il testo del decreto propone che i comuni debbano impiegare tutti i percettori di reddito di cittadinanza che hanno sottoscritto un Patto per il lavoro o un Patto per l’inclusione sociale, nell’ambito dei progetti utili alla collettività. Nel caso di stipula di contratti di lavoro stagionale o intermittente il maggior reddito da lavoro percepito, entro il limite massimo di 3.000 euro lordi, non influisce sull’importo del Reddito di cittadinanza. Vanno quindi comunicati all’Inps solo i redditi eccedenti tale limite massimo. Secondo le stime, circa 70 mila percettori del reddito potranno beneficiare di questa misura.
Reddito di cittadinanza 2023: I risparmi
Nel complesso, il governo ha stimato di risparmiare nel 2023 743 milioni di euro con il taglio al reddito di cittadinanza, che saranno destinati ad aumentare le risorse a disposizione dell’assegno unico universale, il sostegno economico per le famiglie con figli. Nel 2024 il reddito di cittadinanza sarà cancellato: oltre 7 miliardi di euro dei circa 8,7 miliardi di costo annuo del sussidio finiranno nel nuovo “Fondo per il sostegno alla povertà e all’inclusione attiva”, in attesa di scoprire quali misure contro la povertà metterà in campo il governo Meloni.
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