Dopo la Mia, arriva anche il sussidio europeo obbligatorio? Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione su un reddito minimo obbligatorio per tutti i Paesi membri Ue.
Il Governo Meloni ha abolito il Reddito di cittadinanza, sussidio nato per volontà del Movimento Cinque Stelle nel 2018. Tuttavia tale misura potrebbe tornare sotto falso nome: quello del sussidio europeo obbligatorio. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Sussidio europeo obbligatorio: che cos’è
Se l’esecutivo comunitario si è limitato a raccomandare ai Paesi membri di migliorare i loro regimi di sostegno alla povertà, l’Eurocamera si è spinta ben oltre, approvando un emendamento presentato dal gruppo dei socialisti – si cui fa parte il Pd. Si tratta dell’attuazione del reddito minimo obbligatoria per tutti gli Stati membri, per contrastare il “rischio di povertà e di esclusione sociale“.
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Tutto questo è avvenuto a Strasburgo, dove il Parlamento europeo ha approvato questa risoluzione su proposta di raccomandazione della Commissione UE. Infatti, il Parlamento ha preso “atto della raccomandazione del Consiglio del 30 gennaio 2023 su un reddito minimo adeguato che garantisca l’inclusione attiva; riconosce che idonei regimi di reddito minimo istituiti dagli Stati membri possono contribuire a ridurre la povertà; ribadisce che la politica sociale dovrebbe tuttavia restare di competenza esclusiva degli Stati membri“.
La destra italiana vota NO
Il centrodestra italiano (Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia) si è schierato contro questo emendamento, mentre il Terzo polo si è per lo più astenuto. Sappiamo ormai tutti che questi partiti sono diffidenti per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, tanto da volerne la totale revocazione. Ad ogni modo il governo Meloni ha approvato una riforma che ha portato la Mia [cos’è Mia? leggi il nostro articolo].
Quindi c’è dello scetticismo ma c’è anche la consapevolezza che in Italia un sussidio minimo serve, considerando “che le persone più colpite o a rischio di povertà sono le madri sole, gli anziani, le persone con disabilità, con un basso livello di istruzione, con malattie di lunga durata o croniche, le persone disoccupate di lunga durata o a lungo assenti dal mercato del lavoro e i migranti; che nel 2021 il 16 % dei pensionati europei era a rischio di povertà o di esclusione sociale”. [fonte: Parlamento Europeo]. Allora perché schierarsi contro?
Uno dei motivi potrebbe essere la soglia minima fissata dalla Commissione europea nella sua raccomandazione, e confermata dal Parlamento Ue, per il calcolo dell’ammontare del reddito di cittadinanza. Come spiega Strasburgo, i regimi di reddito minimo devono avere “un livello adeguato di sostegno che tenga conto della soglia nazionale di rischio di povertà (indicatore AROPE), per cercare di creare un sistema che garantisca un tenore di vita dignitoso“. In poche parole, non si chiede un assegno uguale per tutta l’Ue, ma che ogni Stato valuti quale sia la soglia di povertà e adegui l’ammontare per i beneficiari all’indicatore AROPE.
Perciò il nostro governo Meloni dovrebbe fare riferimento a questo indicatore e adeguare la soglia minima alla Mia. Stiamo parlando di cifre che possono variare da 550 euro a 875 euro al mese, quindi decisamente più alte di quelle proposte col Mia.
Ma vediamo nel dettaglio le altre differenze con la Mia.
Sussidio europeo obbligatorio e Mia: le differenze
Come precedentemente detto, in primo luogo cambiano gli importi:
- La Mia divide le persone disoccupate in occupabili e inoccupabili. Questi ultimi, essendo per vari motivi impossibilitati a lavorare, percepiranno 500 euro al mese. I soggetti occupabili, invece in grado di lavorare, ne percepiranno solo 375.
- Il sussidio europeo, di contro, prevede di erogare un sussidio di un importo molto più elevato. Si parla addirittura di una cifra compresa tra 550 e 875 euro al mese: quasi il doppio dunque rispetto alle cifre previste dalla Misura di Inclusione Attiva (Mia).
Un’altra differenza fondamentale sta nelle politiche attive volte a creare occupazione:
- I soggetti occupabili che percepiranno la MIA saranno obbligati ad iscriversi ad una piattaforma dei centri per l’impiego per ricevere offerte. E basterà rifiutare una sola offerta per perdere il diritto ad avere il beneficio statale.
- Il sussidio europeo, invece, per il momento non prevede di mettere in campo politiche attive che aiutino i beneficiari a trovare un nuovo impiego. E questo è stato forse il più grande limite anche del Reddito di cittadinanza italiano che non è riuscito a creare nuova occupazione e a rimettere in moto il mercato del lavoro.